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Cosa sono gli Open Data e a cosa servono?

Sempre più spesso sentiamo parlare di Open Data: cosa sono esattamente? Il significato di Open Data, da un punto di vista letterale, è “dati aperti”, e si tratta di informazioni digitali rese disponibili, distribuite e utilizzabili liberamente, nel rispetto delle normative in vigore. Tutti questi dati possono essere combinati insieme e analizzati per sviluppare servizi e prodotti in grado di rispondere alle reali esigenze della comunità. Questo può accadere sia con gli Open Data delle aziende italiane, sia con quelli della Pubblica Amministrazione (PA).

 

Ora che abbiamo cominciato a capire cosa sono gli Open Data, andiamo ad elencare le loro caratteristiche principali.

Quali sono le caratteristiche principali degli Open Data?

Per poter essere definiti tali, gli Open Data devono possedere queste caratteristiche:

  • Accessibilità. È dalla comunicazione e dalla diffusione su larga scala delle informazioni che si determina il loro potenziale vantaggio pratico. Pertanto gli Open Data devono essere accessibili attraverso le tecnologie digitali e disponibili in un formato editabile.
  • Interoperabilità. Esaminare un singolo insieme di dati può essere utile in alcuni casi, ma molto più spesso l’interesse e il valore emergono davvero solo analizzando insieme più dataset contemporaneamente. Per questo gli Open Data devono poter essere combinati con quelli provenienti da altre fonti.
  • Riutilizzo e distribuzione. Chiunque può scaricare, utilizzare e distribuire liberamente gli Open Data, senza discriminazioni di alcun genere, nel pieno rispetto della licenza di rilascio e del principio di partecipazione universale.
Analisi Open Data e indici per le PA

Analisi Open Data e indici per le PA

Strumenti data-driven, accessibili gratuitamente a tutti i Comuni italiani, a supporto della sostenibilità urbana.

Qual è la normativa degli Open Data in Italia?

La normativa per la valorizzazione e il riutilizzo degli Open Data è in continua evoluzione e aggiornamento, sia a livello europeo che nazionale e locale. L’ultimo Decreto Legislativo in merito agli Open Data in Italia è il n. 102 del 18 maggio 2015 e riguarda l’attuazione della direttiva 2013/37 dell’Unione europea, che delinea le regole sull’utilizzo degli Open Data per le aziende italiane e per la PA. A tale Decreto Legislativo faranno poi seguito le “Linee guida nazionali per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico”, pubblicate nel 2017 dall’Agenzia per l’Italia Digitale.

 

A livello europeo invece, i passaggi fondamentali si ritrovano qui:

  • Direttiva 2003/98/CE (recepita nell’ordinamento italiano con il Decreto Legislativo 36/2006): ha gettato le basi normative per l’avvio dei processi di apertura dei dati e dei documenti pubblici nei Paesi membri dell’Unione Europea, fissando le regole minime in materia di accesso e stabilendo il principio di non discriminazione tra riutilizzatori.
  • Decreto Legge 179/2012 (convertito dalla Legge 221/2012): all’art. 9 ha stabilito il principio di open by default per i dati pubblici, e ha fornito le definizioni di dati aperti e di formati aperti.
  • Decreto Legislativo 33/2013: ha stabilito che tutti i dati e i documenti a pubblicazione obbligatoria devono essere pubblicati in formati aperti e con licenze che ne permettano il riutilizzo.
  • Direttiva 2013/37/UE: ha stabilito che l’apertura di dati e documenti pubblici per il riutilizzo non è più una facoltà degli enti pubblici ma è un obbligo, e che devono essere resi disponibili gratuitamente oppure ai costi marginali sostenuti per la loro riproduzione e divulgazione.

Cosa prevede il paradigma dell’Open Data?

Il “paradigma Open Data”, o “paradigma dei dati aperti”,  è diventato centrale con la nascita dell’Open Government, una modalità di esercizio del potere, centrale e locale, basato su modelli, strumenti e tecnologie che consentono alle amministrazioni di essere “aperte” e “trasparenti” nei confronti dei cittadini. L’obiettivo del modello di Open Government è far sì che tutte le attività dello Stato siano aperte e disponibili, al fine di favorire azioni efficaci e garantire un controllo pubblico sull'operato.

 

E quindi, cosa prevede il paradigma dell’Open Data? Il paradigma Open Data è proprio lo strumento con cui, attraverso dati aperti, condivisi e accessibili da tutti, la PA garantisce apertura e partecipazione attiva dei cittadini grazie alla condivisione di informazioni trasparenti.

Un ulteriore impulso al paradigma Open Data, sia per le aziende italiane che per la PA, è stato dato dalla moltiplicazione dei dispositivi connessi, con lo sviluppo dell’Internet of Things (IoT) e con l’implementazione di sistemi tecnologici basati sull’intelligenza artificiale. Gli attori coinvolti in questo processo di condivisione e utilizzo delle informazioni sono numerosi e provengono dai più svariati ambiti, sia del pubblico che del privato. La vera sfida, oggi, è utilizzare questi dati in maniera proficua, rendendoli degli strumenti funzionali al miglioramento della qualità della vita delle persone. Una città può crescere e diventare sempre più intelligente e sostenibile grazie all’utilizzo di questi dati, che attraverso modelli e algoritmi specifici sono in grado di fornire strumenti utili per definire gli interventi da realizzare sul territorio a beneficio dei suoi abitanti.

Quali sono le applicazioni degli Open Data nella pubblica amministrazione?

Nell’annuale Digital Economy and Society Index (DESI), la Commissione Europea valuta gli Stati membri anche rispetto ai progressi compiuti nella raccolta e utilizzo degli Open Data, in quanto la loro rilevanza economica e sociale è ormai ben nota. L’Italia ha fatto registrare diversi progressi di processo e tecnologici per favorirne la crescita eppure ad oggi gli Open Data sono una risorsa pubblica scarsamente valorizzata, anche perché disponibile in maniera frammentata, con diversi gradi di granularità e copertura e, dunque, di difficile integrazione. Le Pubbliche Amministrazioni più piccole sono difficilmente in grado di raccogliere, formattare, catalogare e distribuire i dati secondo gli standard richiesti, rischiando così di dover affrontare un gap informativo notevole tra le diverse realtà territoriali, a scapito dei Comuni di minori dimensioni, in cui vive circa il 70% della popolazione italiana.

Da qualche anno l’Innovazione di Enel X si adopera per ridurre questo gap informativo attraverso l’analisi, la correlazione e l’integrazione di Open Data provenienti da autorevoli fonti nazionali, lavorandoli insieme a partner accademici con metodologie scientificamente validate per garantire omogeneità e capillarità territoriale.

 

Nei casi in cui non siano disponibili dati istituzionali nazionali, Enel X fa ricorso a dati globali o continentali provenienti sia da fonti istituzionali, come ad esempio di i dati satellitari del progetto europeo Copernicus, che, in alternativa, a oppure da community open source, come ad esempio il progetto globale OpenStreetMap.

Uno dei campi di maggiore applicazione degli Open Data è la città. La città del futuro, o smart city, è una città in grado di bilanciare aspetti di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. In altri termini, una città che gestisce le risorse in modo intelligente, mira a diventare economicamente sostenibile ed energeticamente autosufficiente, ed è attenta alla qualità della vita e ai bisogni dei propri cittadini. Una città in cui i dati sono una risorsa preziosa per la definizione di policy e la pianificazione di infrastrutture e servizi.

 

Per raggiungere tale modello di sostenibilità, Enel X promuove un approccio basato sui principi cardine di circolarità urbana, pianificazione cittadino-centrica e decarbonizzazione, mettendo gratuitamente a disposizione delle Pubbliche Amministrazioni specifici strumenti di analisi realizzati in collaborazione con università e centri di ricerca.

circular city index

Circular City Index

Scopri gratuitamente quanto è pronto il tuo Comune a diventare circolare.

2. Pianificazione a misura di cittadino. L’urbanizzazione aumenta a ritmi incalzanti (nel 2050 il 65% della popolazione mondiale vivrà nelle città, rispetto al 55% di oggi) e gli stili di vista cambiano con rapidità. Solo attraverso una visione olistica e una comprensione approfondita della città e dei sistemi che la definiscono, delle loro interdipendenze, delle nuove necessità dei cittadini e delle opportunità presentate dalle nuove tecnologie digitali è possibile una progettazione urbana che ne valorizzi peculiarità spaziali, sociali, economiche e ambientali. La città può così svilupparsi garantendo benessere, crescita, coinvolgimento ed eque opportunità per i propri cittadini: una pianificazione cittadino-centrica.
1. Circolarità urbana. Oggi le città consumano oltre il 75% delle risorse naturali, producendo il 50% dei rifiuti. Applicare i principi dell’economia circolare alle città permette di rompere l’insostenibile flusso lineare delle economie moderne del make-sell-waste in favore di modelli di produzione e consumo che considerano gli impatti non solo in termini economici e prestazionali ma anche ambientali e sociali. Per questo Enel X, insieme al dipartimento di Economia e Statistica dell’Università di Siena e l’IMT Lucca, ha creato il Circular City Index, uno strumento in grado di calcolare il livello di circolarità urbana di qualunque Comune italiano. Sulla base degli Open Data disponibili a livello nazionale, l’indice prende in considerazione ambiti come digitalizzazione, mobilità, rifiuti energia e misura quanto una città abbia attivato strumenti e predisposto infrastrutture e servizi che la preparino all’adozione del paradigma dell’economia circolare.
Città circolari

Città circolari

Applicare i principi dell’economia circolare alle realtà urbane.

A questo scopo Enel X ha realizzato, con il supporto del DISIT Lab dell’Università di Firenze, il 15 Minute City Index, ispirato al modello urbanistico della “15 Minute City”, secondo cui un cittadino, ovunque abiti, dovrebbe essere in grado di raggiungere entro un quarto d’ora a piedi o in bicicletta i servizi essenziali (uffici comunali, farmacie, supermercati, impianti sportivi, scuole e così via). Questo approccio, basato sulla prossimità, ridurrebbe le emissioni dovute agli spostamenti, favorirebbe l’equità nell’accesso ai servizi e armonizzerebbe lo sviluppo urbano. Sfruttando gli Open Data, il 15 Minute City Index fornisce un’analisi dettagliata dei punti di forza e di debolezza di ciascun Comune, con lo scopo di indirizzare al meglio gli interventi urbanistici.
3. Decarbonizzazione. Considerando il tasso crescente di urbanizzazione e l’impatto delle città sulle emissioni (70% circa del totale mondiale) agire sulla carbon-neutrality delle città è prioritario. L’elettrificazione di settori urbani come la mobilità e l’implementazione di tecnologie digitali avanzate per migliorare l’efficienza degli edifici, se combinati con la decarbonizzazione della produzione energetica diventano una leva importante per far fronte alle impellenti sfide globali. Per aiutare le Pubbliche Amministrazioni nel definire un percorso verso la carbon-neutrality, Enel X ha sviluppato, a partire da dati e modelli open del progetto ODIAC (Open-source Data Inventory for Anthropogenic CO₂)  del National Institute for Environmental Studies Giapponese, il CO2 City Index, che permette ai Comuni italiani di stimare il livello di emissioni antropiche di CO per ogni micro-distretto urbano e nel corso del tempo.
CO₂ City Index

CO₂ City Index

Scopri gratuitamente il livello di emissioni di CO₂ nel territorio del tuo Comune.

Questi indici rientrano nel percorso avviato da Enel X per lo sviluppo di soluzioni data driven per le città. Già nel 2019 Enel X aveva lanciato City Analytics per stimare la popolazione fluttuante ed i flussi di mobilità nelle nostre città. Nel 2020 inoltre, in partnership con HERE Technologies, Enel X aveva lanciato City Analytics - Mappa di mobilità, uno strumento realizzato per agevolare la gestione delle misure di contenimento della pandemia di Covid-19. 

 

In definitiva, ciò che fa Enel X è valorizzare l’ immensa mole di dati digitali ed Open Data disponibili, per restituirli alle Pubbliche Amministrazioni tramite indicatori ottenuti con metodo scientifico. Un modo per supportare le città a diventare sempre più sostenibili.