I programmi
I due pilastri del Demand Response
Gli obiettivi e gli aggregatori di domanda
Secondo l'Agenzia internazionale dell'energia (IEA), entro il 2040 il maggior impiego di sistemi di stoccaggio e del Demand Response digitalizzato potrebbe ridurre la perdita di energie rinnovabili dal 7% all'1,6%, abbattendo le emissioni di CO2 di 30 milioni di tonnellate.
Il Demand Response applica anche il modello delle sharing platform attraverso gli aggregatori della domanda come Enel X che mettono in contatto gestori di rete e utenti consentendo ai clienti di ottenere risparmi, profitti e una maggiore resilienza.
Attraverso le loro piattaforme, i BSP creano unità virtuali aggregate in cui i clienti condividono la loro capacità di potenza virtuale e la mettono a disposizione della rete. Le forme più sofisticate di DR prevedono flussi a due vie che si basano sulla sempre più diffusa capacità di autogenerazione (fotovoltaico) e stoccaggio dell'energia (batterie) da parte dei clienti industriali, commerciali e residenziali (prosumer) e che consentono di creare una comunità energetica che funziona con meccanismi analoghi al peer-to-peer.
Enel X e la circular economy
Stiamo facendo lo stesso con il Demand Response, analizzando i driver fondamentali dei nostri clienti commerciali e industriali per individuare nuove opportunità di accelerare la transizione all'economia circolare dei sistemi energetici dei Paesi in cui siamo presenti attraverso la partecipazione a questi programmi.
Con un obiettivo: assicurare un uso sempre maggiore delle fonti rinnovabili, una rete più stabile e affidabile, nuove possibilità di risparmio e profitto ai nostri clienti.