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Transizione 5.0: cos’è e cosa prevede

Scopri con il nostro supporto tutte le opportunità del Decreto.

Il Piano di transizione 5.0 è una misura per la trasformazione digitale e la sostenibilità delle imprese italiane. Finanziato da fondi PNRR pari a 6,36 miliardi di euro, integra il Piano Industria 4.0 arricchendolo con tre concetti chiave: sostenibilità, resilienza e centralità della persona. Vediamo come funziona la transizione 5.0 e quali sono i beni strumentali agevolabili.

 

Lo stanziamento è così suddiviso:

  • Beni materiali e immateriali: 3,78 miliardi di euro;
  • Autoproduzione e autoconsumo da Fonti di Energia Rinnovabile: 1,89 miliardi di euro;
  • Formazione: 630.000 euro.
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), tramite l’approvazione del D.L. 19/2024 (decreto legge PNRR) e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n.52 del 2 marzo 2024, ha introdotto misure importanti per le imprese, finalizzate a incentivare l’efficientamento dei processi produttivi, la riduzione dei consumi energetici e orientandole verso la sostenibilità e lo sviluppo green. La misura rende disponibile l’accesso ai crediti d’imposta per le imprese - di qualsiasi dimensione, forma giuridica, settore e localizzazione geografica - che investono in beni strumentali materiali (obbligatoriamente nuovi e acquistati da fornitori stabiliti in Italia) o immateriali al fine di ridurre i propri consumi energetici.
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Sono invece escluse dal beneficio le imprese in stato di fallimento, liquidazione volontaria, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo e destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231. L’obiettivo della misura è quello di sostenere il processo di transizione digitale ed energetica delle imprese, agevolando gli investimenti effettuati in strutture produttive localizzate in Italia negli anni 2024-2025 nell’ambito di progetti di innovazione da cui consegua una riduzione dei consumi energetici. Il credito d’imposta, in relazione agli investimenti sostenuti tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2025, è offerto alle imprese che investono in attività digitali, autoproduzione di energia da fonti rinnovabili e formazione del personale.

Il beneficio fiscale è legato alla riduzione del consumo di energia finale (almeno del 3%) a livello di sito, oppure al risparmio energetico sul singolo processo (almeno del 5%) grazie agli investimenti appartenenti al Piano Industria 4.0, tra i quali:

  • Beni strumentali con funzionamento controllato da sistemi computerizzati e/o gestiti tramite opportuni sensori e azionamenti;
  • Sistemi per l’assicurazione della qualità e della sostenibilità;
  • Dispositivi per l’interazione uomo macchina e per il miglioramento dell’ergonomia e della sicurezza del posto di lavoro in logica 4.0;
  • Programmi e applicazioni acquistati da aziende (come software, sistemi e system integration);
  • Sistemi di gestione della supply chain finalizzata al drop shipping nell’e-commerce;
  • Software, piattaforme e applicazioni per la gestione e il coordinamento della logistica con elevate caratteristiche di integrazione delle attività di servizio;
  • Software e servizi digitali per la fruizione immersiva, interattiva e partecipativa, ricostruzioni 3D, realtà aumentata.

 

La riduzione deve essere calcolata su base annua con riferimento ai consumi energetici registrati nell’esercizio precedente a quello di avvio degli investimenti, al netto delle variazioni dei volumi produttivi e delle condizioni esterne che influiscono sui consumi stessi.

 

Le aliquote percentuali del credito d’imposta 2024 e 2025, applicabili in funzione dei volumi di investimento e dei risultati in termini di risparmio energetico, sono così suddivise.

                                                 RIDUZIONE DEI CONSUMI ENERGETICI

FASCIA DI INVESTIMENTO

Unità produttiva: 3%-6%

 

Processo interessato dall’investimento: 5%-10%

Unità produttiva: 6%-10%

 

Processo interessato dall’investimento: 10%-15%

Unità produttiva: >10%

 

Processo interessato dall’investimento: >15%

0 - 2,5 mln €
35%
40%
45%
2,5 - 10 mln €
15%
20%
25%
10 - 50 mln €
5%
10%
15%

Gli emendamenti approvati introducono per sistemi di accumulo e fotovoltaico un limite di spesa. Il limite verrà disposto dai decreti attuativi - ancora in via di definizione - e imporrà una proporzionalità tra l’energia erogata e l’agevolazione sulla spesa. A una potenza maggiore dell’impianto fotovoltaico, corrisponderà un limite maggiore sull’agevolazione della spesa.

 

Tutte le informazioni sono da intendersi come preliminari e i dettagli operativi verranno inseriti nei decreti attuativi in corso di approvazione.

A chi è rivolta la transizione 5.0 e quali sono i requisiti per accedervi?

La Transizione 5.0 prevede l’accesso al credito d’imposta a imprese di ogni dimensione, forma giuridica, attività economica o localizzazione geografica. Il credito d’imposta aumenta in base al miglioramento certificato dell’efficienza energetica e i progetti devono essere certificati da un valutatore indipendente, con certificazione ex ante ed ex post.

 

La misura supporta il passaggio dei processi produttivi a un modello energetico efficiente, sostenibile e basato su energie rinnovabili, con l'obiettivo di ottenere un risparmio energetico di 0,4 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio nel periodo 2024-2026.

 

In attesa dell’emanazione dei decreti attuativi, chiamati a stabilire in via definitiva i termini della misura (allo stato attuale non è ancora stato stabilito quando uscirà il decreto attuativo transizione 5.0), è finora noto che gli investimenti agevolabili riguardano beni materiali e immateriali, nuovi e strumentali all’esercizio d’impresa.

Enel X è il partner affidabile ed esperto che aiuta le aziende a gestire complessità delle procedure per accedere al Piano Transizione 5.0: supportiamo attraverso una rete di partner selezionati le imprese nella gestione della pratica e nella realizzazione degli interventi, garantendo la buona riuscita dell’intero processo. In attesa dei decreti attuativi, siamo pronti a offrire supporto ai nostri clienti nel percorso verso la sostenibilità. Scegli Enel X per ricevere maggiori informazioni e investire nella tua impresa. Allo stato attuale, all’interno del nostro portafoglio di soluzioni integrate, come intervento trainante e previa verifica individuale della fattibilità e applicabilità, riteniamo possa rientrare il Save Up, una delle soluzioni di Power Quality. Tra gli interventi trainati, invece, possono rientrare il fotovoltaico e i sistemi di accumulo di energia a batteria (BESS). Per accedere a questi ultimi è necessario effettuare preventivamente la riduzione dei consumi.
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Che differenza c’è tra il Piano Transizione 5.0 e il Piano Industria 4.0?

Il Piano di Transizione 5.0 raccoglie l’eredità del Piano Industria 4.0, presentato a settembre 2016 e che prevedeva misure in base a tre linee guida: intervenire con azioni orizzontali, operare in una logica di neutralità tecnologia e agire su fattori abilitanti. Rispetto al modello 4.0, che puntava principalmente sull’adozione di tecnologie all’avanguardia e sull’intelligenza artificiale, la Transizione 5.0 abbandona il modello di sviluppo lineare basato sui combustibili fossili per concentrarsi su un modello circolare che pone al centro le fonti rinnovabili. Lo scopo del Piano di Transizione 5.0 è dunque quello di indirizzare le imprese italiane in una direzione sostenibile e mossa dai pilastri dell’economia circolare (risorse sostenibili, prodotto come servizio, condivisione dei beni, estensione della vita utile, recupero e riciclo), incentivando così, tramite lo sviluppo delle tecnologie digitali, la revisione dei processi produttivi in chiave sostenibile.  Rispetto al Piano di Transizione 4.0 (erede del Piano Industria 4.0), inoltre, non è più previsto l’accesso automatico al beneficio, che viene invece effettuato in via telematica sulla base di un modello standardizzato messo a disposizione dal GSE.

Quali sono le procedure per accedere al Piano Transizione 5.0?

Per poter accedere al credito d’imposta previsto dal Piano Transizione 5.0, le aziende dovranno presentare la richiesta telematica utilizzando il modello standardizzato messo a disposizione dal Gestore dei servizi energetici (GSE) e la documentazione prescritta dall’articolo 38 del decreto legge 19/2024 (Decreto transizione 5.0), congiuntamente a una comunicazione riguardante la descrizione e il costo del progetto di investimento.

 

Le aziende presentaranno:

  • Comunicazione ex ante (prenotazione del credito) con la descrizione del progetto di investimento e il costo dello stesso;
  • Certificazione ex ante, attestante la riduzione dei consumi energetici conseguibili tramite gli investimenti nei beni.

 

Tramite l'approvazione alla Camera del disegno di legge di conversione del DL 29 marzo 2024, n.39, avvenuta il 22 maggio 2024, è stato inoltre stabilito che entro 30 giorni dalla conferma della prenotazione da parte del GSE, le imprese debbano comunicare l'effettuazione degli ordini accettati dal venditore, tramite il pagamento di un acconto di almeno il 20% (sia per i beni strumentali trainanti sia per la componente rinnovabile), pena la decadenza del beneficio.

 

Il GSE trasmette ogni mese al Ministero delle Imprese e del Made in Italy l’elenco delle imprese richiedenti e l’importo del credito prenotato, verificando la capienza dei fondi. Le imprese inviano invece al GSE comunicazioni periodiche relative all’avanzamento dell’investimento, in base alle quali viene determinato l’importo del credito d’imposta utilizzabile nel limite massimo di quello prenotato. A questo punto è il GSE, una volta verificata la correttezza formale di tutta la documentazione, a trasmettere al Mimit l’elenco delle imprese che possono beneficiare dell’agevolazione.

 

Per quanto riguarda la fruizione del credito d’imposta, invece, le imprese dovranno presentare in via telematica al GSE:

  • Comunicazione ex post rispetto al completamento degli investimenti;
  • Comunicazione ex post attestante l’effettiva realizzazione degli investimenti conformemente a quanto previsto dalla certificazione ex ante.

 

Tutte le certificazioni, sia ex ante che ex post, possono essere rese da EGE (Esperti in gestione dell’energia) certificati UNI CEI 11339 e società ESCo (Energy Service Company) certificate UNI CEI 11352. Per le PMI le spese sostenute per adempiere all’obbligo di certificazione sono riconosciute in aumento del credito d’imposta per un importo non superiore al 10.000 euro.

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