Una volta che una batteria al litio ha esaurito il proprio compito, di norma viene conferita per lo
smaltimento in appositi impianti, così da evitare qualsiasi tipo di contaminazione (dal momento che contengono elementi inquinanti come nichel, cobalto e manganese). I benefici ambientali del
riciclo delle batterie al litio sono molteplici, perché
si evitano nuove estrazioni e lavorazioni: per estrarre una sola tonnellata di litio, per esempio, servono circa 1.900 tonnellate d’acqua. Inoltre il recupero
riduce il fabbisogno di materie prime e l’inquinamento derivante dalle emissioni legate ai processi di produzione. E ancora, vengono
risparmiate risorse in metalli primari e combustibili fossili, ottenendo un dispendio minore di energia. Tuttavia lo smaltimento delle batterie al litio ha un costo non indifferente. Per di più una batteria esausta ha ancora una
capacità residua che si aggira intorno al 75%, che se non è più adeguata per alimentare efficacemente un veicolo elettrico è però sufficiente per altri tipi di impiego. Per esempio può diventare un
sistema di accumulo per
impianti fotovoltaici domestici, per immagazzinare l’energia in eccesso prodotta durante il giorno e utilizzarla la sera o per fronteggiare picchi di domanda nei consumi di casa. Oppure può essere collegata ad altre batterie per formare un
impianto di stoccaggio industriale, una riserva di energia elettrica da rimettere in circolo al bisogno, come nel caso di distacchi della corrente o quando il prelievo dalla rete risulterebbe più oneroso. Proprio nell’ambito delle cosiddette
second-life battery, o batterie di seconda vita, si inserisce il lavoro di Enel X, impegnata nel cercare soluzioni utili per sviluppare un’economia sempre più
circolare e sostenibile.