/apps/enel-x-digital-ecosystem/templates/page-content

Quali sono le tipologie di cavi e prese di ricarica per auto elettriche?

Il cavo in dotazione nell’auto elettrica avrà un connettore che permette il collegamento all’Inlet o presa dell’auto e una spina di diverse tipologie che consente al cliente di inserirla nella presa della stazione di ricarica.

 

Per la ricarica in corrente alternata sono previsti cavi con le seguenti spine per la connessione alle prese delle infrastrutture di ricarica:

  • Modo 1 e Modo 2 – Spina “Shuko”
  • Modo 3 - Spina Tipo 2 e Tipo 3°

Dunque, la presa Schuko per ricarica auto elettrica è oggi lo standard per il Modo 2, che necessita di un modulo di controllo tra la vettura e la rete elettrica. Il Modo 1, che collega la rete direttamente alla batteria, è invece riservato a piccoli mezzi come bici a pedalata assistita e monopattini elettrici.

 

Il cavo con spina Tipo 2, cosiddetto “Mennekes”, è oggi ampiamente diffuso in Europa ad eccezione della Francia. Carica l’auto in corrente alternata monofase o trifase sino ad una potenza di 22kW sulla presa della infrastruttura di ricarica e sino a 43kW tramite il connettore sul cavo solidamente collegato alla infrastruttura di ricarica.

 

Il cavo con spina di Tipo 3A, cosiddetto “Scame”, è oggi utilizzato solo per i veicoli leggeri quali scooter e quadricicli, e carica in monofase ad una potenza massima di 3,7kW.

 

Tuttavia, non sempre le stazioni di ricarica sono dotate di prese ricarica auto elettriche, il che avviene quando l’infrastruttura è dotata di erogatori (di energia), un po’ come le pompe di benzina. Negli Stati Uniti ed in Giappone, infatti, la ricarica in corrente alternata avviene con cavi fissati alla infrastruttura di ricarica. Il cavo avrà quindi un connettore che il cliente inserirà nell’Inlet dell’auto. Il connettore è di Tipo 1, cosiddetto “Yazaki” e carica l’auto in corrente alternata monofase ad una potenza massima di ricarica 7,4kW.

 

Anche per la ricarica in corrente continua i cavi sono fissati alla infrastruttura di ricarica - dunque non è necessaria una presa di ricarica auto elettrica - ma i relativi connettori previsti sono i seguenti:

  • Modo 4 - Connettore CHAdeMO
  • Modo 4 - Connettore CCS COMBO1 e CCS COMBO2

Il cavo con Connettore CHAdeMO è lo standard per la ricarica veloce in corrente continua inizialmente più diffuso in Asia e America ed è utilizzato ad esempio sui veicoli prodotti dalle Case orientali come Nissan e Mitsubishi, precursori della mobilità elettrica. Carica attualmente sulle infrastrutture di ricarica veloce diffuse a livello internazionale ad una potenza a partire da 50kW.

 

Il cavo di Tipo CCS COMBO2 è previsto dalle Case automobilistiche europee (ad esempio BMW, Volkswagen, Volvo, PSA, FCA, Mercedes etc) e già adottato come standard locale da numerose case orientali: consente sia la ricarica rapida in corrente continua sia la ricarica lenta in corrente alternata, e carica attualmente in corrente continua sulle infrastrutture di ricarica veloce diffuse a livello internazionale ad una potenza massima a partire da 50kW. Le vetture in vendita oggi hanno potenze massime di ricarica in DC mediamente superiori ai 50kW se non doppie

Lo stesso sistema presa/connettore può caricare in corrente alternata con gli stessi livelli di potenza descritti precedentemente per lo standard Tipo 2. Le case automobilistiche decidono il limite di potenza da applicare. Inoltre, esiste uno standard ad hoc utilizzato solo da Tesla dove sia per la ricarica in corrente alternata che per la ricarica in corrente continua è previsto l’utilizzo di un unico connettore di Tipo 2 che, se utilizzato in corrente continua, ricarica esclusivamente sui Supercharger di Tesla tramite protocollo proprietario.

Quale cavo utilizzare per la ricarica dell’auto elettrica?

Esistono diverse tipologie di cavi per la ricarica di un veicolo elettrico. Ogni modello di auto ha solitamente in dotazione un cavo con una spina che si collega alla presa della stazione di ricarica e un connettore che si collega all’inlet (o presa) dell’auto.

 

La ricarica dei veicoli in ambito domestico avviene tipicamente in corrente alternata (AC) in Modo 2. In questo caso, nonostante l’utilizzo di una normale spina Schuko, come quella impiegata per i grandi elettrodomestici, è necessario un cavo dotato di control box per la sicurezza dell’operazione. La potenza è limitata a 2,3 kW. In ambito pubblico la ricarica può avvenire in corrente alternata in Modo 3 o in corrente continua (DC) in Modo 4, il che determina il cavo di ricarica per auto elettrica da utilizzare

 

Per la ricarica delle auto elettriche in corrente alternata (Modo 2 e Modo 3) sono previste due tipologie di connettori: Tipo1 e Tipo 2. Il Tipo 1 (o Yazaki) è lo standard giapponese e americano. In Europa si è imposto invece il Tipo 2 (o Mennekes), motivo per cui è bene avere sempre in auto un cavo ricarica auto elettrica Tipo 2 con spina a 7 poli. Come già spiegato in precedenza, al contrario delle meno diffuse stazioni a corrente continua, quelle a corrente alternata non dispongono in genere di cavi già integrati nell’infrastruttura. 

Per la ricarica dei veicoli elettrici in corrente continua (Modo 4) sono disponibili due standard: CHAdeMO e CCS. Il connettore CHAdeMO è lo standard per la ricarica veloce in corrente continua più diffuso al mondo. Il connettore CCS (Combined Charging System) consente, oltre alla ricarica rapida in corrente continua, anche la ricarica lenta in corrente alternata. In Europa il CCS è realizzato a partire dal connettore di Tipo 2, per cui il sistema ha preso il nome di Combo2. Le stazioni di ricarica a corrente continua sono spesso di tipo multistandard e integrano connettori per la ricarica Modo 4 di entrambi i tipi, cioè CCS e CHAdeMO.

 

Con l’acquisto o il noleggio di un’auto elettrica vengono dati in dotazione anche uno o due cavi di ricarica. Nel caso se ne vogliano acquistare altri, compatibili con altri tipi di prese (delle stazioni di ricarica), l’acquisto può essere fatto online o presso il proprio concessionario. Oltre alla presa, gli elementi di cui tener conto nella scelta sono la potenza massima accettata dalla propria auto e la lunghezza del cavo: questo infatti ha un certo peso e se eccessivamente lungo potrebbe diventare impegnativo da maneggiare.

 

I costi variano, a seconda della tipologia e della potenza che possono reggere, tra i 200 e i 1.000 euro.

Velocità di ricarica in base ai cavi e norme di sicurezza/compatibilità

Diversi sono i fattori che determinano la velocità di ricarica e quindi il tempo di rifornimento dell’auto elettrica. La potenza dell’infrastruttura di ricarica, per esempio, non basta da sola a determinare la rapidità del rifornimesebbnto, poiché molto dipende anche dalla vettura e dal cavo ad essa collegata. Partendo dalla ricarica a corrente alternata, il rifornimento domestico Modo 2 necessita di un cavo con unità di controllo che verifica la messa a terra dell’impianto e altri parametri, garantendo la sicurezza dell’operazione. La potenza, in tal caso, è limitata a 10 Ampere con la spina “Schuko”, il che si traduce in 2,3 kW di potenza, che scendono a 1,8 con la spina a tre poli allineati (8 Ampere). Ma le differenze di potenza determinate da vettura e cavo si avvertono soprattutto con la ricarica di tipo Modo 3. Da questo punto di vista, il caricatore di bordo, necessario per convertire la corrente alternata in corrente continua, è fondamentale: dalle sue caratteristiche dipende la possibilità di sfruttare tutta la potenza di ricarica dell’infrastruttura. Sebbene molte colonnine a corrente alternata siano in grado di caricare il veicolo con una potenza di 22 kW1, solo alcuni veicoli sono dotati di caricatore trifase da 22 kW, in genere relegato tra gli optional. Nella maggior parte dei casi, infatti, abbiamo auto con caricatore trifase da 11 kW o monofase da 7,4 kW, il che determina la scelta del cavo Mennekes da acquistare, qualora non fornito con l’auto: un cavo di capacità inferiore a quella del caricatore limiterebbe a sua volta la potenza effettiva di carica.
Qualche numero: secondo i test Quattroruote, con una potenza di carica a corrente alternata di 22 kW, la Smart EQ fortwo (batteria da 17,6 kW) ottiene per esempio un pieno di energia (da 0 a 100%) in un’ora e 6 minuti, mentre la e-208 (50 kW) in 7 ore e 24 minuti. Più semplice è il discorso se si parla di ricarica a corrente continua: in tal caso, come già osservato, i cavi con connettori CHAdeMO e CCS sono integrati nell’infrastruttura di ricarica: dunque, non è necessario che l’automobilista ne abbia uno proprio a bordo. Con tali connettori potrà caricare la vettura sfruttando potenze persino superiori a 300 kWh, se la batteria dell’auto è in grado di accettarle, a tutto vantaggio della rapidità di rifornimento. Qualche esempio? Ancora secondo Quattroruote, nel 2022 la Hyundai Ioniq 5 è in grado di recuperare 100 km della propria autonomia in 23 minuti con un’infrastruttura di ricarica a corrente continua da 50 kW, che scendono a 9 minuti con una stazione di ricarica da 350 kW, non più un miraggio sulla rete autostradale italiana. Durante le operazioni di carica, di qualunque potenza, non è possibile avviare il veicolo per motivi di sicurezza. Per le stesse ragioni, inoltre, la carica non viene avviata se il cavo non sia stato perfettamente collegato alla stazione di ricarica e alla vettura, evitando per esempio che possa filtrare acqua, magari in caso di pioggia. Batteria e cavo di ricarica, in ogni caso, sono dotati di interruttori salvavita per azzerare eventuali rischi. Inoltre, le stazioni di ricarica sono spesso protette dalla sovratensione, evitando danni alla vettura se colpite da fulmini.

Domande correlate

Quanto costa un’auto elettrica?

SCOPRI DI PIÙ

Che differenza c’è tra un’auto ibrida e un’auto elettrica?

SCOPRI DI PIÙ

Quanto costa fare un “pieno”?

SCOPRI DI PIÙ

Hai bisogno di informazioni?