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Cos’è e perché mi conviene acquistare un accumulatore di energia per uso domestico?

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Le batterie di accumulo dell’energia elettrica servono a stoccare l’energia prodotta in eccesso da un impianto da fonte rinnovabile per poterla utilizzare in un secondo momento. In questo modo l’energia generata, per esempio, da un impianto fotovoltaico durante il giorno può essere usata anche la sera o di notte, quando non c’è il sole e l’impianto non potrebbe produrre.

 

Grazie all’energy storage domestico, una famiglia può:

  • Sfruttare al massimo l’autoproduzione da fonti rinnovabili
  • Raggiungere una maggiore indipendenza energetica
  • Aumentare la potenza disponibile per i consumi di casa
  • Garantirsi la continuità dell’erogazione elettrica in caso di temporanea mancanza di alimentazione dalla rete.

L’altro aspetto importante dei sistemi di storage è la possibilità di utilizzare l’energia accumulata nelle batterie nei momenti in cui le tariffe della rete elettrica sono meno convenienti, in modo da ridurre il costo della bolletta.

 

L’abbinamento di un sistema di accumulo a un impianto fotovoltaico contribuisce inoltre a rendere la propria casa smart e più sostenibile.

Quali sono le tipologie di batteria per uso domestico?

Gli accumulatori di energia elettrica per uso domestico più largamente diffusi sul mercato sono costituiti da batterie elettrochimiche appartenenti a una delle seguenti tipologie:

  • Piombo-acido: ogni cella è costituita da due elettrodi (l’uno di piombo, l’altro di diossido di piombo) immersi in una soluzione elettrolitica acquosa di acido solforico. Il vantaggio maggiore delle batterie al piombo è la loro convenienza economica, grazie al basso costo delle materie prime, ma di contro hanno una densità energetica piuttosto bassa. Inoltre il piombo è un metallo tossico e inquinante. 
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  • Sodio-zolfo: i due elettrodi si trovano allo stato fuso, isolati fisicamente tra loro da un separatore ceramico che svolge la funzione di elettrolita. Il separatore ceramico permette il passaggio degli ioni solo a temperature prossime ai 300 °C e questo, unitamente alla necessità che i due elettrodi rimangano allo stato fuso, obbliga a mantenere la cella ad alta temperatura (300-350 °C). In compenso, le batterie sodio-zolfo hanno un’altissima efficienza e i loro componenti una bassa tossicità.
  • Nichel-cadmio: l’elettrodo positivo è costituito da ossido idrato di nichel, l’elettrodo negativo da cadmio e l’elettrolita è una soluzione acquosa di idrossido di potassio. Questo tipo di batteria consente un elevato numero di cicli di ricarica, ma a discapito della densità energetica. Le batterie al nichel-cadmio risentono infatti dell’“effetto memoria”, che riduce progressivamente la tensione di cella, anche se nelle versioni più moderne questo inconveniente è stato notevolmente ridotto. Inoltre il cadmio è un metallo tossico.
  • Ioni di litio: la cella è composta da sottili strati (costituenti gli elettrodi e il separatore) immersi in un elettrolita a base di sali di litio. Le batterie a ioni di litio offrono una densità di carica molto alta e non soffrono di effetto memoria, per questo sono di gran lunga le più utilizzate nell’ambito dei sistemi di accumulo, tanto più che non presentano grossi problemi di inquinamento ambientale. Di contro sono più costose delle altre e il loro solvente è potenzialmente infiammabile, per cui richiedono alcuni accorgimenti costruttivi.

 

Un impianto di stoccaggio ha mediamente una durata di utilizzo di 10 anni, superati i quali è spesso necessaria la sostituzione del modulo batteria.

 

Un impianto di stoccaggio ha mediamente una durata di utilizzo di 10 anni, superati i quali è spesso necessaria la sostituzione del modulo batteria.

Esistono diversi incentivi per l’acquisto e l’installazione di un sistema di accumulo per l’energia. Chi desidera installare un impianto fotovoltaico con accumulatore oppure integrare un sistema di accumulo a un impianto fotovoltaico già esistente può portare in detrazione alle imposte il 50% delle spese sostenute fino al 31 dicembre 2024 (come stabilito dalla Legge di Bilancio 2022, che ha prorogato i termini dell’Ecobonus ristrutturazioni).

 

La detrazione fiscale andrà ripartita in 10 quote annuali di pari importo. In alternativa è possibile optare per uno sconto in fattura di uguale ammontare o per la cessione del credito d’imposta a terzi.

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Sempre la Legge di Bilancio 2022 ha stabilito, all’art. 1, comma 812, il riconoscimento di un bonus sistemi di accumulo, sotto forma di credito d’imposta, per le spese sostenute tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2022 per l’acquisto di batterie collegate a impianti di produzione elettrica alimentati da fonti rinnovabili (quindi non solo i fotovoltaici), anche se già esistenti e beneficianti degli incentivi per lo scambio sul posto (Dl n. 91/2014). Il bonus non è cumulabile con altre agevolazioni fiscali per le stesse spese (per esempio l’Ecobonus ristrutturazioni di cui sopra). Se non si esaurisce il credito nel periodo d’imposta nel quale sono state sostenute le spese, sarà possibile utilizzare il credito avanzato negli anni successivi. L’istanza per ottenere il bonus va presentata dal 1° al 30 marzo 2023 esclusivamente per via telematica, direttamente o tramite un intermediario. Entro 5 giorni dall’invio della domanda, viene rilasciata una ricevuta che ne attesta la presa in carico o lo scarto, con le relative motivazioni. Il credito è utilizzabile nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta 2022, in diminuzione delle imposte dovute.

L’entità del bonus non è noto a priori, perché sarà determinato dal rapporto tra il tetto di 3 milioni di euro stanziati dal Governo e il numero di domande arrivate.

 

Infine, quando abbinato a un impianto fotovoltaico installato congiuntamente a uno degli interventi trainanti previsti dal DL Rilancio per l’efficientamento energetico o la messa in sicurezza sismica degli edifici, l’acquisto di un accumulatore di corrente per la casa dà diritto a detrarre fiscalmente il 110% della spesa sostenuta (Superbonus), nel limite di 1.000 euro per ogni kWh di capacità di accumulo e fino a un massimo di 48.000 euro. Dal 1° gennaio 2022 la detrazione fiscale va ripartita in 4 quote annuali di pari importo. In alternativa, la detrazione può essere fruita come cessione del credito o sconto in fattura di pari importo.

 

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